Alcune cattive abitudini di cui le persone dovrebbero liberarsi quando usano lo smartphone

Grazie allo smartphone siamo sempre connessi e possiamo fare ricerche in modo molto più facile e veloce. Questo ci porta a credere, erroneamente, che i dispositivi mobili influiscano in modo molto positivo sulla nostra produttività e sulla nostra efficienza, a casa come sul lavoro. Ma non è così, o perlomeno non sempre. Al contrario, lo smartphone porta con se diverse cattive abitudini che ci rendono meno reattivi sul lavoro.

Dormire connessi

Per prima cosa, abbiamo sviluppato la cattiva abitudine di dormire accanto al telefono, leggere sullo schermo finché non ci addormentiamo, e magari usarlo come sveglia. Impostiamo la suoneria sulla vibrazione illudendoci che, così, non verremo disturbati. Niente di più sbagliato. In primo luogo, il fatto di non staccarci mai dal telefono implica anche che non sentiamo mai di “staccare” davvero, siamo cioè sempre all’erta. In questo modo non riposiamo davvero, e la mattina siamo più stanchi. Anche se abbiamo acquistato il miglior smartphone in commercio, e sentiamo di non riuscire più a fare a meno di lui, l’ideale sarebbe metterlo in un’altra stanza quando andiamo a dormire.

Notifiche continue

Hai davvero bisogno di sapere cosa ha cucinato per pranzo tua zia? L’ultima Instagram stories dell’influencer del momento, è qualcosa che ti serve mentre stai lavorando? Decisamente no. Eppure abbiamo tutti sviluppato quella strana sindrome che rende pressoché impossibile resistere a una notifica. Bisogna dedicarle subito attenzione, interrompere tutto quello che si sta facendo per entrare sul social network, guardare, leggere, commentare, e magari continuare il discorso per l’intera giornata. In questo modo, la concentrazione però viene spezzata continuamente e diventa sempre più difficile riprenderla. Meglio sarebbe selezionare le notifiche in modo da ricevere, durante gli orari lavorativi, solo quelle delle email e delle app di messaggistica, se le usi per lavorare. E ancora meglio sarebbe mettere il telefono in un cassetto, collegato alla powerbank, e tirarlo fuori solo durante le pause.

Musica a tutto volume

Mentre è stato dimostrato che ascoltare la musica in un certo modo aumenta la produttività sul lavoro, l’ascolto di musica a tutto volume incide molto negativamente sul livello di attenzione. Non siamo concentrati ma, al contrario, distratti, sia alla scrivania che quando camminiamo. E corriamo anche il rischio di danneggiare il nostro udito. I normali auricolari per smartphone, infatti, non dispongono di un blocco dell’audio tale da garantire un volume ottimale per la salute. Oltre alla deconcentrazione, quindi, si rischiano anche abbassamenti dell’udito. Se proprio non si può fare a meno della musica, si può pensare di prendere delle cuffie bluetooth che isolano dai rumori esterni e limitano il volume. In questo modo la musica aiuterà la produttività anziché intralciarla.

Non riuscire a smettere di pensare alla fotocamera

Come abbiamo già visto, spesso il problema non è lo smartphone in se, bensì le sue applicazioni. Scaricare un alto numero di applicazioni di messaggistica e di social network ci spinge a voler condividere costantemente, messaggi ma, sempre più spesso, foto. Questa esigenza è ampiamente dimostrata dalla produzione di smartphone con fotocamere sempre più performanti, che ci consentono di postare immagini e video di qualità pressoché professionale e stupire tutti i nostri amici. Entro un certo limite è una cosa positiva, ci fa sentire tutti più aperti e, allo stesso tempo, più integrati, e ha contribuito a diffondere la cultura del bello e a scoprire posti nuovi. Il problema nasce però quando non si riesce a pensare ad altro. Campanello d’allarme classico è il bicchierino del caffè della macchinetta. Se pensate che sia una buona idea fotografarlo, forse dovreste soffermarvi su quanto lo smartphone stia inficiando le vostre abitudini di vita.

Non chiedermi quello che puoi chiedere a Google

Apparentemente, il concetto di poter trovare subito la risposta alle proprie domande è una cosa positiva. Altrettanto apparentemente, le nostre ricerche sono più efficienti. Ma è davvero così? La percezione di avere sempre la risposta a portata di mano, in realtà, non è sempre una cosa buona. Da un lato, infatti, non ci permette di tenere allenato il cervello, perché spesso cerchiamo cose per non fare fatica a ricordarle. E, dall’altro, ha influito negativamente sulla nostra attitudine ad approfondire. Ci soffermiamo sulla prima risposta a volte senza neanche verificarne la veridicità, e questo significa avere informazioni quasi sempre incomplete e, qualche volta, incappare nelle fake news.

Come usare lo smartphone nel modo giusto?

Naturalmente c’è un modo per rendere l’uso dello smartphone proficuo e impedirci di usarlo per distrarci. Oltre a bloccare le notifiche al lavoro e riporlo in una stanza diversa da quella in cui dormiamo, è molto utile abituarci ad usarlo per cose davvero utili. Leggere un giornale attendibile mentre si va al lavoro, informarsi su siti di recensioni quando si deve acquistare un prodotto, tenersi in contatto con la famiglia e con gli amici, ma non in modo martellante. Acquistare biglietti per mostre e concerti, sono tutte attività tipiche di chi fa un uso ragionato degli smartphone, sfruttandoli per migliorare le proprie giornate, e non per sfuggire dalla realtà.

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Andrea Puchetti

Appassionato di tecnologia fin dalla nascita. Sempre in giro con mille gadget in tasca e pronto a non farsi sfuggire le novità del momento per poterle raccontare sui canali di Cellulare Magazine.