Facebook: Zuckerberg triturato da Ocasio-Cortez su fact-checking e post a pagamento

C’era attesa per l’audizione di Mark Zuckerberg, patron di Facebook, di fronte alla commissione servizi finanziari della camera, principalmente per parlare di Libra, la nuova moneta digitale in stile Bitcoin. Tutto fila abbastanza liscio fino alle domande di Ocasio-Cortez, astro emergente dei democratici americani.

La trentenne newyorkese lo incalza sullo scandalo Cambridge Analytica (dati rubati agli utenti Facebook con app e utilizzati a fini elettorali)
Mr. Zuckerberg, lei sapeva di Cambridge Analytica?” Potrebbe sembrare una domanda pretestuosa ma Ocasio-Cortez spiega con calma glaciale:

«Il comportamento passato di una persona può determinarne quello futuro. Ecco perché, per prendere decisioni su Libra, dobbiamo scavare nel comportamento passato di Facebook riguardo al rispetto della democrazia».

A questo punto Zuckerberg sembra accusare il colpo. Le parole sono tremolanti, il tono è incerto: “Credo fosse marzo 2018, ma mi potrei sbagliare” .

Ma lei lo incalza: “Qualcuno dei dirigenti sapeva del report pubblicato da The Guardian a fine 2015 e  riguardante la campagna politica del candidato repubblicano Ted Cruz che utilizzo profili psicologici basati sui dati presi dalle bacheche degli utenti?” Mark accusa il colpo, risponde che non lo sa. “Ma come, stiamo parlando di uno dei più grandi scandali che hanno colpito la sua società e non ne avete parlato? A questo punto Mark capitola “Sì, naturalmente, dopo ne abbiamo parlato”.

Ma Ormai la Cortez è un fiume in piena. Zuckerberg, invece, è in evidente difficoltà.  Ed ecco arrivare la nuova domanda scomoda: “Secondo le vostre regole e utilizzando i dati del censimento, posso pagare per mandare un messaggio  specifico per esempio ai codici postali dove vivono i neri e pubblicizzare una data elettorale sbagliata

E qui il balbettio di Zuckerberg diventa, se possibile, ancora più evidente. Spiega che non è possibile perché esiste un meccanismo di controllo, anche se in precedenza ha negato che le inserzioni a pagamento dei politici vengano controllate. È in totale confusione, gli manca addirittura il fiato. La Cortez non lo fa nemmeno finire di rispondere e attacca con un’altra domanda.

Del resto c’è molto in gioco e non solo negli Usa. Il problema del fact Checking e delle inserzioni a pagamento dei politici (due temi distinti e da non confondere) è ben lontano dal trovare una soluzione. Una responsabilità enorme per un colosso come Facebook che già in passato ha dimostrato di non avere gli strumenti (o la volontà) per vigilare.

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Christian Boscolo

Christian Boscolo "Barabba" è stato redattore di K PC Games dove ha recensito i migliori giochi per PC per poi approdare alla tecnologia. Tra le sue passioni, oltre ai videogiochi, il calcio e i buoni libri, c'è anche il cinema. Ha scritto perfino un libro fantasy: Il torneo del Mainar