Una battaglia politica e tecnologica si sta giocando all’interno dell’Unione Europea. I 27 stati membri dovranno esprimersi il 14 ottobre sulla proposta di regolamento denominata “Chat Control”, un testo che combina la tutela dei minori con meccanismi di sorveglianza automatizzata delle comunicazioni, sollevando gravi dubbi sul futuro della crittografia end-to-end.
Il documento, discusso fin dal 2022, è stato oggetto di intense pressioni da parte di lobby e associazioni. Le conseguenze potrebbero essere significative per i principali servizi di messaggistica istantanea, tra cui WhatsApp, Signal e Telegram, oltre che per la posta elettronica.
Come funzionerebbe il controllo delle chat
Il testo prevede di armonizzare le regole europee per contrastare l’abuso sessuale sui minori, imponendo ai fornitori di servizi digitali di rilevare, segnalare, rimuovere e bloccare contenuti illegali. A differenza della versione “1.0” approvata nel 2021, questa nuova proposta introdurrebbe un sistema di scansione lato client: i messaggi verrebbero analizzati direttamente sui dispositivi degli utenti prima dell’invio.
Secondo la Commissione, sarebbe l’unico modo per identificare i contenuti vietati senza lasciare margini di fuga. Tuttavia, associazioni come l’Electronic Frontier Foundation avvertono che non esiste alcun sistema che possa distinguere “solo i buoni” senza indebolire la sicurezza complessiva. Ex eurodeputati come Patrick Breyer denunciano il rischio di backdoor installate negli smartphone, con possibili usi estesi oltre la lotta alla pedopornografia.
Favorevoli, contrari e tempistiche di adozione
Il regolamento ha già diviso l’Europa: 12 paesi si sono detti favorevoli, 7 contrari e 8 ancora indecisi. La Germania avrà un ruolo decisivo nel determinare l’esito del voto. Se la proposta passasse, l’implementazione richiederebbe comunque mesi, con una piena applicazione non prima del 2026.
Dal lato della società civile, organizzazioni come la Signal Foundation e Proton hanno avvertito che potrebbero ritirarsi dal mercato europeo piuttosto che accettare tali obblighi. Intanto, il collettivo “Stop Chat Control” denuncia i rischi di sorveglianza di massa e la possibilità che gli algoritmi vengano usati per monitorare opinioni scomode.
Il 14 ottobre 2025 sarà quindi la data chiave: quel giorno le istituzioni europee decideranno se spingere il “Chat Control” verso l’adozione o rimandarlo ancora una volta in archivio.