Negli ultimi anni il video è diventato una lingua franca. Non solo per chi fa content a tempo pieno, ma anche per chi si occupa di comunicazione “di territorio”: associazioni, scuole, piccoli eventi, società sportive, attività commerciali che provano a raccontarsi sui social senza trasformarsi in un’agenzia interna.
In questo scenario, ogni aggiornamento dei programmi di montaggio dice qualcosa su come stanno cambiando le abitudini: meno “effetti speciali” fine a sé stessi, più strumenti pensati per risparmiare tempo e tenere ordine quando i progetti diventano lunghi, ripetitivi o pieni di materiali diversi.
È qui che si inserisce Filmora V15 (o Filmora 15). Wondershare lo ha presentato a novembre 2025, con comunicazioni internazionali datate 11 novembre e una release in italiano diffusa nei giorni successivi.
E, al netto della consueta enfasi da lancio, le novità raccontano un intento preciso: rendere più “professionale” il flusso di lavoro senza snaturare l’idea di Filmora come strumento accessibile.
Il dettaglio che cambia il ritmo: quando una clip finisce troppo presto
Chi monta video, anche in modo amatoriale, conosce bene un fastidio piccolo ma assassino: la clip che finisce mezzo secondo prima di quanto serva. Non è un dramma, ma basta per far saltare una transizione, troncare una frase, rendere innaturale un movimento.
Filmora V15 prova a risolvere proprio questo tipo di inciampo con AI Extend (chiamato anche “AI Video Extender”). In parole semplici: l’app tenta di allungare una ripresa di qualche secondo, andando avanti o indietro, mantenendo continuità di video e audio nella timeline.
Sulle pagine ufficiali dedicate alla funzione si parla di estensione di pochi secondi (nell’ordine di 5–8 secondi, a seconda della direzione), con supporto anche per audio d’ambiente o musica di sottofondo.
Non è la funzione “da vetrina” che fa gridare al miracolo. È, più banalmente, una funzione da montaggio reale, di quelle che ti salvano quando non puoi rigirare una scena perché l’evento è finito, la luce è cambiata o semplicemente non hai più materiale.
Disegnare sul video (ma senza fermare tutto): lo Strumento Penna
Un’altra novità che punta dritto al linguaggio visivo contemporaneo è lo Strumento Penna. Filmora lo presenta come un modo per disegnare tracciati e forme, applicare effetti di tratto e “legare” questi elementi alle clip per un movimento dinamico.
Detta fuori dal gergo: significa poter creare quelle frecce, cerchi ed evidenziazioni animate che ormai vediamo ovunque — tutorial, video sportivi, spiegazioni “come fare”, recensioni — ma farlo in modo più naturale, senza dover esportare e reimportare da altri programmi.
Per un video locale può voler dire:
- indicare il punto esatto di un’azione (un gol, un passaggio, un gesto tecnico);
- evidenziare un dettaglio in una ripresa di un evento (una locandina, un’insegna, un’opera);
- rendere più chiaro un percorso, un luogo, un “qui” e un “lì” senza riempire lo schermo di testo.
È un piccolo salto: il video informativo, quando è ben fatto, non urla “guardami”, ma ti accompagna a capire.
Grafici animati: i numeri diventano una storia
Filmora V15 introduce anche i Grafici Animati (Animated Charts): l’idea è importare dati e trasformarli in grafici visivi con animazioni preimpostate e stili personalizzabili.
Nelle pagine ufficiali si parla di importazione “con un clic” e di preset di animazione già pronti.
Per un pubblico generalista può sembrare una cosa “da ufficio”, ma è proprio il contrario: è un ponte tra due mondi che oggi si toccano continuamente, quello dei numeri e quello dell’attenzione. Se vuoi raccontare un trend (partecipazione a un evento, risultati di una raccolta fondi, crescita di iscritti a un’associazione), un grafico animato fatto bene spesso comunica più di tre paragrafi.
E no: non basta animare un grafico per renderlo onesto. Però è vero che un dato leggibile, se presentato con chiarezza, aiuta anche a discutere meglio.
Più ordine e meno “clic avanti e indietro”: doppia anteprima e timeline doppia
Tra le novità che non fanno scena ma fanno lavorare meglio c’è la separazione tra Monitor Sorgente e Monitor Timeline: il primo per vedere in anteprima i materiali prima di usarli, il secondo per il progetto in lavorazione. È un’impostazione tipica dei software più strutturati e Filmora la propone anche in ottica doppio schermo.
Se non monti spesso, può sembrare un tecnicismo. Ma chiunque abbia passato un pomeriggio a cercare “quella clip giusta” o a controllare se un effetto funziona prima di applicarlo, sa quanto tempo si perde in micro-azioni ripetute.
In questa stessa direzione va la Dual-Timeline Editing (timeline doppia), descritta come la possibilità di gestire più clip e passare tra una timeline principale e una secondaria, rendendo più semplice lavorare su progetti complessi.
Detto in modo meno tecnico: invece di avere tutto ammassato in un’unica linea, puoi “separare le stanze” della casa. È utile quando fai video a puntate, format che si ripetono, o montaggi lunghi (feste di paese, saggi, gare sportive, eventi culturali) in cui serve ordine più che fantasia.
Un software “popolare” che cerca abitudini più mature
Filmora non nasce come editor da cineasta. Nasce come soluzione pratica, con un’interfaccia pensata per non spaventare e un arsenale di funzioni base che coprono la maggior parte delle esigenze quotidiane (tagli, ritagli, audio, color correction, ecc.).
Filmora V15 non sembra voler cambiare questa identità. Sembra volerla rendere più solida: meno frizione, più pulizia, più strumenti per “tenere insieme” una storia anche quando il materiale è imperfetto.
E forse è proprio questa la cosa interessante: il video locale, quello che racconta una comunità, non ha bisogno di diventare Hollywood. Ha bisogno di essere chiaro, dignitoso, e fatto in tempi compatibili con la vita reale. Filmora V15 prova a giocare su questo campo.