Non mettete lo smartphone bagnato ad asciugare nel riso: perché è un rischio e cosa fare davvero

Se uno smartphone finisce in una pozzanghera, in piscina o peggio ancora nel WC, il consiglio che arriva quasi automaticamente è uno solo: mettilo nel riso. È diventato uno dei “life hack” tecnologici più diffusi dell’ultimo decennio, così comune da sembrare quasi una verità assodata. Ma secondo gli esperti, questa pratica non solo è inefficace, in alcuni casi può persino peggiorare la situazione.

È vero che molti smartphone moderni sono resistenti all’acqua e, in caso di schizzi o immersioni brevi, spesso basta asciugarli e continuare a usarli. Il problema riguarda soprattutto i modelli più vecchi o le situazioni in cui l’acqua riesce a penetrare all’interno del dispositivo. Qui entra in gioco il famoso trucco del riso: seppellire il telefono in chicchi crudi, possibilmente in un contenitore ermetico, con l’idea che questi assorbano l’umidità più velocemente dell’aria.

Secondo Ritesh Chugh, docente associato alla Central Queensland University, si tratta però di un mito. Il riso, spiega, assorbe l’umidità troppo lentamente per rimuovere l’acqua intrappolata all’interno degli smartphone moderni, che sono sigillati in modo molto più complesso rispetto ai dispositivi di una volta. Inoltre, piccoli frammenti o polvere di riso possono infilarsi nelle porte di ricarica o negli altoparlanti, rendendo eventuali riparazioni più difficili.

Questo è anche il motivo per cui molti produttori sconsigliano apertamente l’uso del riso. Eppure, alcune persone giurano di aver “salvato” il proprio telefono in questo modo. La spiegazione, secondo gli esperti, è ingannevole: in certi casi il riso può aiutare ad asciugare l’umidità superficiale, permettendo al dispositivo di riaccendersi temporaneamente. Ma questo non significa che l’interno sia davvero asciutto o che i danni non si manifesteranno più avanti sotto forma di corrosione o cortocircuiti.

L’origine del mito risale a circa il 2014. Steven Athwal, CEO e fondatore di The Big Phone Store, spiega che il trucco funzionava talvolta con vecchie fotocamere digitali e primi telefoni, soprattutto in ambienti molto umidi. Da lì, l’idea è stata estesa erroneamente agli smartphone moderni. Il problema è che la corrosione e i cortocircuiti iniziano nel giro di pochi minuti, mentre il riso impiega molto più tempo per avere un effetto reale.

Cosa fare davvero se lo smartphone si bagna

Se il riso non è la soluzione, cosa bisogna fare? Gli esperti sono piuttosto concordi. La prima cosa è spegnere immediatamente il telefono e lasciarlo spento. Niente ricarica, niente pulsanti premuti, niente tentativi di “vedere se funziona”. Va semplicemente tamponato all’esterno per rimuovere l’acqua visibile.

La soluzione migliore è usare bustine di gel di silice o veri materiali essiccanti, se disponibili. In alternativa, la scelta più sicura è lasciare lo smartphone ad asciugare all’aria in un ambiente ben ventilato, lontano da fonti di calore. Secondo Chugh, il dispositivo dovrebbe restare spento almeno 24–48 ore, perché riaccenderlo prima che sia completamente asciutto aumenta drasticamente il rischio di danni permanenti.

Quando possibile, Athwal consiglia anche di rivolgersi a un centro di assistenza. Un tecnico può pulire la scheda interna prima che la corrosione diventi irreversibile. Una soluzione sicuramente meno “romantica” di una scatola di riso, ma decisamente più affidabile.

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