L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha introdotto un nuovo sistema di classificazione per i servizi 5G offerti dagli operatori telefonici. Il provvedimento, parte della delibera n. 106/25/CONS, mira a evitare comunicazioni ingannevoli, fornendo agli utenti strumenti chiari per comprendere la qualità reale delle connessioni proposte.
Una misura necessaria, considerando che molte offerte 5G finora pubblicizzate non offrivano velocità superiori a quelle delle reti 4G, creando confusione tra gli utenti. Il nuovo regolamento, che rientra nelle iniziative sulla trasparenza delle comunicazioni elettroniche, stabilisce l’obbligo di identificare i diversi livelli di prestazione delle reti mobili attraverso appositi bollini colorati.
Tre livelli di qualità per distinguere il vero 5G
Il sistema si basa su un codice a semaforo: verde, giallo e rosso, a seconda delle caratteristiche tecniche del servizio 5G offerto.
- Bollino verde: sarà riservato ai servizi che utilizzano esclusivamente infrastrutture 5G standard e non impongono limiti alla velocità di navigazione. In questo caso, l’etichetta dovrà riportare la scritta “5G” in bianco e indicare la velocità massima teorica raggiungibile.
- Bollino giallo: identificativo di servizi 5G che presentano limitazioni alla velocità in download, purché pari o superiori a 20 Mbit/s. La comunicazione commerciale dovrà contenere l’avvertenza “con limite alla velocità”, visibile e udibile tanto quanto il termine “5G”, accompagnata dalla velocità specifica.
- Bollino rosso: utilizzato quando la velocità di download scende sotto la soglia dei 20 Mbit/s. Anche in questo caso, sarà necessario specificare le limitazioni, inclusi eventuali valori diversi per download e upload.
Il termine “5G Vero” sarà concesso solo in contesti promozionali di tipo generico e non associato a offerte commerciali specifiche. In tutti gli altri casi, l’utilizzo del termine “5G”, con o senza aggettivi aggiuntivi, sarà ammesso soltanto se l’offerta rispetta le condizioni tecniche previste.
Stop alle etichette fuorvianti: il 5G deve essere reale
La nuova normativa vieta in modo esplicito l’uso della parola “5G” per descrivere servizi che si basano su infrastrutture non riconosciute dagli standard internazionali. In altre parole, non sarà più possibile spacciare connessioni miste o limitate come tecnologia di nuova generazione.
Nonostante alcuni possano chiedere anche l’obbligo di dichiarare la velocità minima garantita, Agcom sottolinea che, a differenza della fibra ottica, nel contesto 5G è molto complesso definire una soglia minima valida per tutti, a causa della grande variabilità di fattori che influenzano le prestazioni in mobilità.
Con questo nuovo approccio, l’obiettivo è rendere il mercato più trasparente e aiutare gli utenti a riconoscere in modo immediato le vere capacità della rete che stanno per acquistare.