Samsung Galaxy S26: quale strategia sui chip? Exynos o Snapdragon?

Una lineup divisa tra piattaforme? Il dibattito continua

A pochi mesi dal lancio della serie Galaxy S26, la questione più discussa riguarda quale chipset Samsung utilizzerà a bordo dei nuovi flagship e come verrà distribuito nei vari mercati. Nelle ultime settimane si sono susseguite indiscrezioni contrastanti: alcune affermano che Galaxy S26 e S26+ adotteranno l’Exynos 2600, mentre la variante Ultra rimarrà su Snapdragon 8 Elite Gen 5, almeno in alcuni Paesi. Altre fonti sostengono, invece, che tutti e tre i modelli avranno una versione con chip proprietario.

La situazione è diventata ancora più confusa con un nuovo rumor che sostiene uno scenario radicale: l’intera gamma Galaxy S26, composta da S26, S26+ e S26 Ultra, utilizzerà solo l’Exynos 2600, ma esclusivamente nel mercato sudcoreano. Una scelta che, se confermata, rappresenterebbe un cambio di strategia significativo rispetto agli anni passati.

Pressioni del mercato e contratto con Qualcomm

La presunta decisione di limitare l’Exynos alla Corea del Sud si baserebbe su due fattori. Il primo è la forte percezione negativa verso i SoC Exynos, che da anni domina discussioni online e recensioni internazionali, con molti consumatori che preferiscono i modelli con Snapdragon per efficienza, stabilità e autonomia.

Il secondo elemento sarebbe un accordo commerciale con Qualcomm: secondo la voce di corridoio, Samsung sarebbe obbligata a equipaggiare almeno il 75% dei Galaxy S26 venduti globalmente con processori Snapdragon 8 Elite Gen 5. In caso contrario, la casa sudcoreana dovrebbe versare una compensazione economica molto elevata a Qualcomm. Questo vincolo renderebbe difficilmente sostenibile una diffusione globale su larga scala di modelli basati su Exynos.

Il nodo delle rese produttive a 2nm

Un altro dato su cui si concentra il rumor riguarda lo stato della produzione dell’Exynos 2600. Le rese non sarebbero ancora ideali, anche se l’avanzamento del processo a 2 nm con tecnologia GAA starebbe procedendo più velocemente rispetto a quanto accaduto con i 3 nm usati in passato. Tuttavia, le presunte difficoltà produttive limiterebbero comunque il numero di unità disponibili, rendendo ancora più complesso adottare l’Exynos su larga scala nei mercati globali.

Scetticismo e attesa: il quadro rimane in evoluzione

Nonostante la ricostruzione appaia plausibile in alcuni punti, il rumor è stato accolto con evidente cautela dagli analisti. Storicamente, Samsung ha introdotto versioni Exynos non solo in Corea ma anche in Europa, e l’idea di restringere completamente la distribuzione nazionale viene ritenuta da molti poco probabile, sia per ragioni commerciali che di immagine.

In più, la frequenza con cui rumor e indiscrezioni vengono smentiti nell’arco di pochi giorni contribuisce a un clima di incertezza. Lo stesso report che oggi descrive l’Exynos come esclusiva coreana potrebbe essere contraddetto da nuove informazioni già domani, in un contesto in cui Samsung non ha ancora confermato nulla ufficialmente.

Una strategia ancora da decifrare

In definitiva, ciò che emerge dalle indiscrezioni è una tensione tra innovazione interna, vincoli industriali e percezione del mercato. Samsung sembra voler spingere sul proprio ecosistema hardware, ma al tempo stesso deve confrontarsi con le aspettative degli utenti, gli accordi con i partner e la competitività del segmento premium.

Fino a conferme ufficiali, il destino dell’Exynos 2600 resterà incerto, e la domanda “Exynos o Snapdragon?” rimarrà inevitabilmente aperta. Con la presentazione attesa nei primi mesi del 2026, la risposta definitiva non dovrebbe tardare ad arrivare, ma intanto lo scenario continua a evolversi tra rumor, smentite e nuove ipotesi in arrivo.

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