Una delle principali lamentele degli utenti nei confronti del sistema operativo Android è la lentezza con cui vengono rilasciati gli aggiornamenti. Nonostante tutti gli sforzi compiuti da Google negli ultimi anni per rendere la vita più facile ai produttori di terze parti e consentire un rapido rilascio, bisogna sempre attendere diversi mesi per assaporare le ultime novità su uno smartphone già commercializzato. Per Android 11 ad esempio, disponibile dall’8 settembre, il numero di dispositivi aggiornati può essere contato sulle dita di una mano.
Google, tuttavia, offre sempre meno motivi per attendere importanti aggiornamenti. Non solo i fornitori di terze parti spesso implementano determinate funzioni ben prima degli ingegneri di Big G ma le patch di sicurezza vengono ora distribuite attraverso un canale alternativo. Tuttavia, c’è ancora un punto che ci spinge ad attendere un aggiornamento del sistema: le emoji.
Gli emoji sono integrati nello standard Unicode, quindi sono considerati un carattere, proprio come una lettera o un numero. Su Android, gli emoji sono quindi memorizzati nella partizione di sistema del telefono (o tablet), in una directory dedicata ai font. Questa partizione è configurata in sola lettura, il che rende impossibile la modifica al di fuori di un aggiornamento di sistema eseguito quando la partizione non è ancora montata.
Tuttavia, XDA ha notato alcuni cambiamenti nel codice open source di Android dove sembra che i caratteri possano diventare accessibili da tutte le applicazioni.
Questa modifica a priori minore, consentirebbe alla casa madre di aggiornare i font, e quindi di aggiungere nuove emoji senza passare per un aggiornamento del sistema ma con un semplice update da Google Play Services, magari su Android 12…