Il predominio di Apple sulla distribuzione delle applicazioni su iPhone potrebbe essere messo in discussione. Le autorità giudiziarie statunitensi hanno infatti ordinato all’azienda di Cupertino di permettere l’ingresso della concorrenza nei metodi di pagamento del suo App Store. Una prospettiva che Apple fatica ad accettare.
Come prevedibile, la società ha presentato ricorso e ha redatto un documento dettagliato in cui sostiene che tale decisione potrebbe comportare perdite annue nell’ordine di “centinaia di milioni, se non miliardi” di dollari, secondo quanto riportato da Ars Technica.
Sicurezza e privacy a rischio secondo Apple
Apple afferma che le decisioni giudiziarie “sono state adottate per penalizzare la società a causa di un’asserita inottemperanza a un’ingiunzione […] che era, a sua volta, invalida”. L’azienda sottolinea che una modifica nelle regole dell’App Store provocherebbe “danni gravi e incommensurabili”.
Ritornando su motivazioni già espresse nei confronti della Commissione Europea, Apple sostiene che anche gli utenti subirebbero le conseguenze negative della misura, a causa dei possibili rischi per “la sicurezza, la privacy e l’efficienza” dei propri sistemi operativi. Vale la pena ricordare che, in Italia, Apple ha già dovuto conformarsi a regolamentazioni più severe relative all’uso di app store alternativi, senza che ciò abbia comportato effetti disastrosi sulla protezione dei dati personali degli utenti.
Apple richiama il caso Android e difende la sua posizione
Nel suo argomentare, Apple menziona anche sentenze riguardanti il sistema Android, per rafforzare la propria posizione. A suo dire, la normativa non impone a un’azienda “l’obbligo di fornire gratuitamente accesso ai propri servizi”.
Pur essendo vero che Android consente da anni l’installazione di applicazioni da fonti esterne, Apple considera che l’intero ecosistema delle commissioni sui pagamenti – e non solo il suo modello – sia messo in discussione da questa svolta legale.
In attesa di un verdetto definitivo, che potrebbe richiedere settimane o mesi, l’azienda si è vista costretta a permettere temporaneamente agli sviluppatori di proporre sistemi di pagamento alternativi su iPhone e iPad, almeno per sette giorni.
Nel frattempo, la Commissione Europea continua a esercitare pressioni per un’apertura ancora più radicale dei dispositivi Apple. L’esito del contenzioso americano potrebbe costringere l’azienda a rivedere profondamente il modello del suo App Store, anche al di fuori degli Stati Uniti.