Huawei Cina

Google sospende la licenza Android a Huawei. Il comunicato di Huawei: in aggiornamento

Aggiornamento ore 10.00 – COMUNICATO STAMPA UFFICIALE HUAWEI

Huawei ha apportato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Essendo uno dei principali partner a livello globale di Android, abbiamo lavorato assiduamente sulla loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema di cui hanno beneficiato sia gli utenti che l’intero settore.
Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, ovvero quelli già venduti o ancora disponibili in tutto il mondo.
Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza d’uso a tutti gli utenti a livello globale.

Aggiornamento ore 9.00 – Con un tweet ufficiale Android durante la notte ha assicurato il supporto agli utenti Huawei per gli smartphone attualmente nelle mani dei consumatori. Fra i servizi assicurati il Google Play e gli aggiornamenti di sicurezza.

Google ha sospeso la collaborazione con Huawei, a seguito del ban decretato da Donald Trump che ha inserito il produttore cinese nella famigerata lista nera del commercio.

Lo riferisce un’anticipazione esclusiva dell’agenzia di stampa Reuters che cita fonti molto vicine alla vicenda. Il blocco delle attività riguarderebbe l’hardware, il software e i servizi. Una situazione che, se confermata, rapppresenterebbe un vero e proprio sconvolgimento dell’ordine mondiale della telefonia mobile.

In pratica, stante tale situazione, gli smartphone di Huawei, compresi quelli già in commercio, non avrebbero più accesso allo sviluppo del sistema operativo Android e neppure agli aggiornamenti mensili di sicurezza e agli aggiornamenti della suite dei servizi di Google, come Youtube, Google Maps, Gmail e Chrome.

I dispositivi futuri, invece, potrebbero avvalersi solo della versione open source di Android, conosciuta come Android Open Source Project (AOSP), disponibile gratuitamente per chiunque la voglia utilizzare; senza però poter contare né sui servizi più celebri né sul Play Store, che potrebbe scomparire dai dipsositivi dell’azienda cinese. Insomma, una catastrofe le cui conseguenze sono al momento difficilmente immaginabili.

In questo momento i contorni della vicenda sono ancora oscuri: da una parte la stessa Google sta valutando i comportamenti da mettere in atto in esecuzione del bando commerciale imposto da Trump. Dall’altro, la stessa Huawei sta lavorando con i suoi legali per mettere a punto le prossime mosse con le quali dovrà difendersi dalle decisioni del governo americano.

Huawei non arriva certo totalmente impreparata a tale svolta. Da tempo l’azienda lavora a un piano B, come ha fatto capire Eric Xu, rotating chairman di Huawei, in un’intervista concessa alla Reuters lo scorso marzo.

“A prescindere da quello che succederà, la comunità di Android non ha alcun diritto legale di impedire a qualsiasi azienda di accedere alla sua licenza open source”, aveva detto il manager.

Si prevede invece che l’impatto sarebbe minimo sul mercato cinese. La maggior parte delle app di Google sono infatti vietate in Cina, dove le alternative sono offerte da concorrenti nazionali come Tencent e Baidu.

Vi aggiorneremo nel corso della giornata sugli ulteriori sviluppi della situazione.

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Massimo Morandi

Giornalista, milanese, appassionato di tecnologia. Ama viaggiare, la buona cucina e il calcio.