Samsung Galaxy Note 8: il commento di Luca Figini

C’è un elemento che accumuna gli annunci 2017 di Samsung nella fascia top: sono prodotti unici, ancora oggi ineguagliati. Display, estetica, design e intelligenza artificiale si sommano per dare vita a prodotti difficilmente copiabili. E questo è un risultato eclatante, che dimostra come l’identità e la rilevanza del produttore coreano diano spessore a una protagonista di mercato solido, maturo e innovativo. Galaxy S8, S8+ e Note 8: prodotti originali che hanno il denominatore comune di essere belli. Soprattutto hanno una personalità che li contraddistingue e li distingue.

Con gli S8 sono state sparigliate le carte: non ci sono ancora paragoni e lo smartphone sta facendo categoria a sé. Si attendono le risposte di Apple, Huawei, LG; anche altri brand hanno le potenzialità di stupire. In un mercato collaudato e consolidato su un insieme finito di varianti di prodotto, che (per fortuna) combinate e mixate tra loro donano ancora una invidiabile originalità all’offerta, sapersi distinguere e farsi riconoscere al primo “touch” è diventata la grammatica per instaurare strategie commerciali e di affezione al marchio. Lo ha capito per prima Apple; Samsung sta portando a un nuovo livello di perfezionamento questa strategia.

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Ma attenzione: gli incomer brand partono da una consapevolezza superiore del mercato perché possono abbracciare con più facilità le tecnologie di ultima generazione e anticipare senza timore i trend. Per questo non c’è tempo per sedersi sugli allori e diventa fondamentale continuare a stupire, rilanciare, fare gara su se stessi in modo che i prodotti siano forti, fin da subito. Il Note 8 è fortissimo, perché rinnova la generazione dei modelli con S Pen impacchettando un hardware potente all’intero di un ecosistema unico nel suo genere. Un ecosistema così unico che oggi è l’asset competitivo più forte di Samsung sia nel segmento consumer sia in quello business ed è la “foundation” su cui costruire la necessaria piattaforma di servizi che assicura longevità ai modelli e la possibilità di intercettare le sempre più sofisticate esigenze dei consumatori.

Oggi. Già domani la competizione si giocherà sull’intelligenza artificiale e sulla capacità del dispositivo mobile di adattarsi ai gusti, alle modalità d’uso e alle abitudini degli utenti. Lo smartphone non può più solo essere una scatola (per quanto bella e potente) dei nostri tesori digitali. Ha l’obbligo di trasformarsi in un maggiordomo personale tuttofare, che segua… anzi, anticipi i nostri desiderata. Così tutto ciò si configura essere il nuovo terreno competitivo del mercato mobile. È la sfida che attende tutti i brand. E sarà la nuova leva evolutiva, ben più sfidante della precedente rivoluzione: l’arrivo del touchscreen. Rivoluzione che ormai possiamo dire essere giunta a pieno compimento.

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