C’è sempre un grande alone di mistero alla vigilia delle presentazioni degli iPhone di Apple. La casa di Cupertino è ancora uno degli ultimi produttori a saper tenere stretti i propri segreti e a non dare volontariamente in pasto, step by step, le novità che saranno rese note al grande pubblico. Quest’ultima strategia, infatti, è una particolare forma di marketing che “utilizza” (non inconsapevolmente) media e influencer per dare supporto e visibilità alle novità prodotto.
Ma, è inutile nasconderselo, la vera domanda che rimbalza da mesi è la seguente: i nuovi iPhone saranno finalmente dotati della presa Usb Type-C? E se sì, quali fra i nuovi modelli?
Perché Apple è obbligata a utilizzare l’Usb
Facciamo un passo indietro, e vediamo perché il passaggio degli iPhone alla presa Usb sta facendo tanto clamore.
La diatriba è presto raccontata: il 23 novembre 2022, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno firmato una direttiva che modifica la Direttiva RED del 2014, con l’obiettivo di rendere obbligatorio un caricabatterie unico per i telefoni cellulari e una serie di altri piccoli dispositivi portatili. La direttiva modificata, proposta dalla Commissione il 23 settembre 2021, richiede che i dispositivi elettronici siano dotati di presa USB Tipo-C.
In teoria, dunque, Apple avrebbe ancora un anno di tempo per aderire alla nuova normativa, ma l’azienda non vuole rischiare ulteriori strali da parte della Commissione europea. Così, ha deciso di integrare l’Usb Type-C sulla gamma 2023 dei suoi iPhone 15. Su tutti i modelli? Ormai pare proprio di sì. Girando per i padiglioni dell’IFA di Berlino, in questi giorni, accessoristi, importatori, reseller e ricambisti (sempre bene informati) ci hanno confermato che tutti e quattro i modelli saranno dotati dell’Usb e abbandoneranno la presa Lightning.
Le preoccupazioni di Apple
Apple ha dunque fatto la rivoluzione, pur se obtorto collo, in una sola notte. Ma se esternamente il produttore di Cupertino ostenta sorrisi e sicurezza, internamente le preoccupazioni rimangono. Il motivo è presto detto: dotando i suoi prodotti dell’Usb Type-C, Apple teme l’autogol.
Teme soprattutto di rendere la strada per passare da iPhone a un prodotto Android più semplice; teme che i fortificati confini del suo “walled garden” possano cominciare a fare acqua. Inoltre, Apple perderà il fatturato proveniente dal suo programma di licenze chiamato MFi, ovvero Made for iPhone/ iPad/ iPod, che permette ai clienti di riconoscere quali tra i prodotti di terze parti sono effettivamente verificati e certificati dal marchio stesso.
Usb in confezione?
Nella confezione dei nuovi iPhone, dunque, ci sarà il cavetto Usb, ma non il caricatore (come succede ormai dall’uscita dell’Phone 12).
L’ultima generazione ad avere il caricabatterie in bundle è stata la 11 con un alimentatore USB-A (lo stesso delle generazioni precedenti). Apple, tuttavia, è pronta a invadere il mercato con una serie di adattatori da Lightning a USB-C per “placare” i consumatori che desiderano continuare a utilizzare alcuni dei loro vecchi accessori.
Sulla velocità massima di ricarica, invece, il margine di discussione è ormai ridottissimo. Sarà di 30 o al massimo di 35 W.